Il rumore costituisce uno dei principali pericoli per la salute negli ambienti lavorativi. La valutazione del pericolo acustico fa parte dei rilievi ambientali e consiste nell'analizzare il livello di esposizione al rumore dei lavoratori all'interno degli spazi di lavoro, con l'obiettivo di verificare che l'esposizione rimanga entro i limiti di sicurezza stabiliti dalla normativa.
L'articolo 28 del decreto legislativo 81/2008 stabilisce che il responsabile del lavoro è tenuto a valutare tutti i pericoli all'interno della sua attività, compreso il rischio acustico.
Anche nei casi in cui il pericolo risulti chiaramente assente o trascurabile, il responsabile del lavoro deve comunque valutarlo, indicandolo sempre esplicitamente nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
Che cos’è il rumore?
Il rumore è un effetto acustico di disturbo, che può avere origine sia naturale che artificiale, e che interferisce con l'ascolto delle persone. L'unità di misura utilizzata per quantificare il rumore è il decibel (dB).
Rischio acustico: quali sono i pericoli per la salute?
Le conseguenze derivanti dall'esposizione al rumore dipendono dall'intensità del rumore stesso e dalla durata dell'esposizione. Possono essere classificate come segue:
- Traumi all'udito: l'esposizione prolungata al rumore può provocare danni irreversibili alle cellule dell'udito, portando a una graduale perdita uditiva nel tempo.
- Effetti su altri organi sensoriali: il rumore può influenzare negativamente altri organi sensoriali, causando vertigini e nausea.
- Effetti fisiologici: il rumore può causare stanchezza, sensazione di affaticamento e disturbi del sonno.
- Effetti psicologici: l'esposizione prolungata al rumore può generare ansia, disagio, paura, difficoltà di concentrazione e disturbi della memoria e della personalità.
Un'elevata esposizione al rumore sul luogo di lavoro può quindi comportare gravi danni e favorire lo sviluppo di malattie, come:
- Ipocusia da rumore: una condizione in cui si verifica una progressiva riduzione della capacità uditiva fino alla possibile perdita dell'udito.
- Sordità: una condizione in cui si verifica la completa perdita dell'udito.
Quando è obbligatoria la valutazione rischio rumore?
La valutazione del rischio acustico è obbligatoria per identificare i dipendenti esposti a fonti di rumore e implementare le misure adeguate alla prevenzione e alla protezione della salute e della sicurezza.
Questa valutazione è obbligatoria per tutte le aziende, indipendentemente dal settore produttivo, che impiegano almeno un lavoratore esposto al rischio di rumore. Anche se il rischio di rumore è trascurabile o assente nelle attività, il datore di lavoro deve comunque condurre una valutazione e farne menzione esplicita nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
Il risultato della valutazione del rischio acustico viene inclusa nei seguenti documenti:
- Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC).
- Documento di Valutazione dei Rischi Interferenti (DUVRI).
Ogni quanto va effettuata e aggiornata la valutazione del rischio rumore?
La valutazione dei rischi derivanti dall'esposizione ad agenti fisici, compreso il rumore, viene pianificata ed eseguita almeno ogni quattro anni. La valutazione dei rischi, tuttavia, deve essere aggiornata ogni volta che si verificano cambiamenti che potrebbero renderla non più valida, quali variazioni nelle condizioni di lavoro, negli impianti o nei processi produttivi, nonché nuove informazioni sulla salute e sicurezza. Inoltre, l'aggiornamento è necessario quando i risultati della sorveglianza sanitaria indicano la necessità di una revisione della valutazione.
Cosa deve valutare il datore di lavoro?
Secondo il comma 1 dell'art. 190 del decreto legislativo 81/2008, nel processo di valutazione del rischio di esposizione al rumore durante le attività lavorative, il datore di lavoro deve prendere in considerazione i seguenti aspetti:
- Il livello, il tipo e la durata dell'esposizione al rumore.
- I valori limite di esposizione e i valori di azione specificati nell'articolo 189.
- Gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori esposti al rumore.
- Le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori dell'attrezzatura di lavoro.
- L'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l'emissione di rumore.
- Il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di lavoro normale.
- Le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria.
- La disponibilità di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate caratteristiche di attenuazione (DPI-uditivi, dispositivi di protezione individuale).
In base all'esito della valutazione, il datore di lavoro deve identificare le misure di prevenzione e protezione necessarie, tra cui:
- Riduzione delle emissioni di rumore alla fonte.
- Adozione di orari che controllino l'esposizione al rumore.
- Elaborazione e attuazione di un programma di misure tecniche e organizzative finalizzate a ridurre l'esposizione al rumore.
- Prescrizione affinché i lavoratori evitino di rimanere in ambienti di lavoro rumorosi per periodi prolungati.
Se nonostante l'implementazione di queste misure i valori limite di esposizione vengono superati, il datore di lavoro deve:
- Adottare misure immediate per ridurre l'esposizione al di sotto dei valori limite di esposizione.
- Individuare le cause dell'esposizione eccessiva.
- Modificare le misure di protezione e di prevenzione per evitare la ricorrenza della situazione.
Valutazione rischio rumore: normativa di riferimento
Le normative di riferimento relative al rischio da rumore sono:
- Decreto Legislativo 81/2008, nel titolo VIII - Agenti Fisici, che stabilisce disposizioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, compresa la gestione del rischio da rumore.
- Decreto Legislativo 195/2006, che attua la direttiva 2003/10/CE concernente l'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici, inclusi quelli legati al rumore.
In aggiunta a queste normative, sono rilevanti:
- UNI 9432:2011 (Acustica - Determinazione del livello di esposizione personale al rumore nell'ambiente di lavoro), che fornisce linee guida per valutare i livelli di esposizione giornaliera e settimanale al rumore.
- UNI EN ISO 9612:2011 (Acustica - Determinazione dell'esposizione al rumore negli ambienti di lavoro - Metodo tecnico progettuale), che descrive un metodo tecnico progettuale per misurare l'esposizione al rumore dei lavoratori nell'ambiente di lavoro e calcolare il livello di esposizione.
- UNI 11347:2015 Programmi aziendali di riduzione dell'esposizione al rumore, che fornisce linee guida per la progettazione e l'implementazione di programmi aziendali mirati a ridurre l'esposizione al rumore.
Come si effettua la valutazione del rischio rumore?
A seconda della gravità di rischio individuata possiamo distinguere due tipologie di valutazione:
- valutazione rischio rumore con misurazioni fonometriche;
- valutazione rischio senza misurazioni.
La valutazione del rischio rumore con misurazioni fonometriche
La valutazione del rischio rumore con misurazioni fonometriche comporta specifiche rilevazioni acustiche e richiede la seguente documentazione:
- Layout: una planimetria con l'indicazione delle macchine, delle attrezzature e dei lavoratori esposti al rumore.
- Descrizione del ciclo lavorativo: almeno delle fasi dove il rischio non può essere considerato trascurabile.
- Individuazione di fattori potenzianti il rischio, come specificato nell'articolo 190, comma 1.
- Risultati delle misurazioni di rumore, che includono i livelli medi ponderati nel tempo (LAeq), i livelli di picco (Lpicco) e i livelli critici equivalenti (LCeq).
- Identificazione delle aree e delle macchine a rischio elevato, dove il livello di esposizione supera determinati limiti (LAeq > 85 dB(A) e Lpicco > 137 dB(C).
- Valutazione del rispetto dei valori limite di esposizione (per LEx > 87 dB(A) e Lpicco > 140 dB(C)).
- Calcolo dei livelli di esposizione (LEX e Lpicco) per ogni mansione prevedibilmente esposta a livelli superiori a 80 dB(A) e 135 dB(C).
- Valutazione dell'efficacia dei dispositivi di protezione uditiva per le mansioni esposte a livelli superiori a 80 dB(A) e 135 dB(C).
- Definizione di misure tecniche e organizzative per ridurre il rischio, secondo la norma UNI 11347:2015.
- Conclusioni e piano di miglioramento per gestire e ridurre il rischio rumore nell'ambiente di lavoro.
La valutazione del rischio rumore senza misurazioni fonometriche
La valutazione del rischio rumore senza misurazioni viene condotta quando l'esposizione al rumore è considerata trascurabile e coinvolge solo alcune rilevazioni standard per garantire il rispetto dei valori limite.
Questa valutazione deve includere i seguenti elementi:
- Layout: una planimetria che indica la disposizione delle macchine, delle attrezzature e dei lavoratori esposti al rumore.
- Individuazione di eventuali fattori che possono aumentare il rischio, come specificato nell'articolo 190, comma 1, come ad esempio agenti ototossici, vibrazioni, rumori impulsivi, ecc.
- Indicazione delle ragioni che escludono il superamento dei valori di azione inferiori durante la giornata/settimana/settimana ricorrente a massimo rischio.
- Conclusioni con eventuali raccomandazioni specifiche per la riduzione del rischio.
Valutazione del rischio rumore negli ambienti di lavoro
La valutazione del rischio rumore negli ambienti di lavoro è un'attività fondamentale data l'importanza del rumore come causa comune di malattie professionali.
Questa valutazione ha i seguenti obiettivi:
- Calcolare il livello di esposizione personale al rumore al fine di definire le misure di prevenzione per la salute dei lavoratori esposti.
- Indicare gli interventi tecnici e organizzativi che il datore di lavoro può adottare per ridurre l'esposizione al rumore quando i livelli di rumorosità superano i requisiti stabiliti dalla normativa.
In particolare, la norma UNI 11347:2015, che riguarda il Programma Aziendale per la Riduzione dell'Esposizione (P.A.R.E.) nei luoghi di lavoro, specifica:
- Come identificare gli interventi tecnici e organizzativi adottati dall'azienda per ridurre l'esposizione al rumore.
- Come individuare le aree di lavoro ad alto rischio per delimitarle all'accesso attraverso la redazione del P.A.R.E. al rumore.
Il P.A.R.E. deve fornire una serie di informazioni, tra cui:
- Elenco dei lavoratori e delle attività per le quali è stato riscontrato un rischio di superamento dei valori stabiliti durante la valutazione del rischio.
- Misure tecniche e organizzative da adottare, considerando le esigenze di sicurezza, produzione e ambiente.
Sanzioni per il rischio rumore
Le sanzioni previste dall'articolo 219 del decreto legislativo 81/2008 variano in base alla violazione commessa, e prevedono l’arresto (dai 2 ai 6 mesi) o l’ammenda (da 750 a 6400 euro) in base alla gravità del reato.
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Per garantire la sicurezza e la conformità normativa, è consigliabile affidarsi a professionisti esperti nel campo dei rilievi strumentali.
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