Radon nei luoghi di lavoro: un rischio invisibile ma concreto

La sicurezza dei lavoratori non si misura solo con caschi, estintori e uscite d’emergenza. Esiste un’intera categoria di rischi invisibili che, pur non facendo rumore, possono avere conseguenze gravi e durature sulla salute. Tra questi, ce n’è uno che agisce silenziosamente, accumulandosi nell’aria che respiriamo ogni giorno: il radon. La tutela della salute nei luoghi di lavoro passa anche dalla valutazione di ciò che non si vede. Per questo, la normativa italiana prevede precisi obblighi per le aziende nella gestione del rischio radon. Ma oltre agli obblighi, c’è una responsabilità più profonda: proteggere le persone, garantendo ambienti salubri, consapevolezza diffusa e interventi mirati.

Che cos’è il Radon e perché è pericoloso

Il Radon (Rn-222) è un gas nobile, radioattivo, incolore e inodore, che rappresenta la principale fonte di esposizione alla radioattività naturale per la popolazione. Si origina dal decadimento del radio (Ra-226), presente naturalmente nel suolo – in particolare in rocce vulcaniche come tufo e granito – e può penetrare negli edifici attraverso crepe, fessure, impianti e fondazioni, accumulandosi in ambienti chiusi.

Nonostante la sua invisibilità, il radon rappresenta un rischio serio per la salute: una volta inalato, i suoi prodotti di decadimento possono depositarsi nei polmoni e, rilasciando radiazioni alfa, danneggiare il DNA delle cellule epiteliali. Questo meccanismo è associato all’insorgenza di tumori polmonari, come confermato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) che lo classifica come cancerogeno di gruppo 1.

In Italia, si stima che il radon sia responsabile di circa 3.200 decessi all’anno, secondo l’Istituto Superiore di Sanità.

Obblighi e valutazione del rischio: cosa dice la legge

La valutazione del rischio da radon nei luoghi di lavoro è obbligatoria secondo il D.Lgs. 101/2020, che recepisce la Direttiva Euratom 59/2013. La normativa stabilisce un livello di riferimento di 300 Bq/m³ come concentrazione media annua, oltre il quale devono essere adottate misure correttive.

Le imprese devono procedere in questo modo:

  • Identificare l’area a rischio: anche se le Regioni definiscono le “aree prioritarie”, è raccomandato effettuare valutazioni anche fuori da queste zone, in particolare per locali a piano terra, seminterrati e interrati.
  • Eseguire misurazioni professionali: con dosimetri passivi da installare per almeno 12 mesi, tramite esperti accreditati.
  • Agire in base ai risultati: se la concentrazione supera i 300 Bq/m³, scattano gli obblighi di mitigazione.

Strategie di mitigazione: prevenire e ridurre il rischio

Le misure di mitigazione variano a seconda che l’edificio sia in fase di costruzione o già esistente. Le principali tecniche includono:

Prevenzione dell’ingresso del radon

  • Sigillatura di crepe, giunti e passaggi impiantistici.
  • Barriere antiradon in fondazioni e pavimentazioni.
  • Pressurizzazione degli ambienti interni.

Riduzione della concentrazione interna

  • Ventilazione naturale o meccanica controllata (VMC).
  • Depressurizzazione del terreno, con sistemi che aspirano il radon sotto la struttura.
  • Isolamento e incapsulamento degli strati inferiori degli edifici.

Co.Di.Me., attraverso il proprio comparto tecnico, è in grado di effettuare monitoraggi ambientali mirati, tra cui valutazioni specifiche della concentrazione di Radon e della necessità di interventi di bonifica, come previsto dalla legge.

Formazione e informazione: la sicurezza passa anche dalla consapevolezza

Il Decreto Legislativo 101/2020 prevede che i lavoratori siano informati e formati sui rischi da esposizione al radon. In particolare, devono:

  • Conoscere il rischio: cos’è il radon, dove si trova, e quali sono i pericoli per la salute.
  • Essere aggiornati sui risultati delle misurazioni.
  • Capire le misure adottate e come comportarsi correttamente, ad esempio non ostruendo prese d’aria o non alterando i sistemi di ventilazione.

In quest’ambito, Co.Di.Me. offre percorsi formativi specifici in aula e online (tramite piattaforma e-learning), destinati sia ai lavoratori che ai responsabili aziendali. L’azienda è accreditata come ente di formazione e fornisce attestati riconosciuti a norma di legge.

Il ruolo di Co.Di.Me. nella gestione del rischio radon

Co.Di.Me., attiva dal 1994 e con sedi operative su tutto il territorio nazionale, si propone come partner unico per:

  • Misurazioni e monitoraggi ambientali.
  • Valutazione del rischio radon e altri inquinanti.
  • Progettazione e supervisione degli interventi di mitigazione.
  • Sorveglianza sanitaria
  • Formazione dei lavoratori
  • Redazione di documentazione tecnica obbligatoria (DVR, DUVRI, piani di emergenza).

Grazie alla sua esperienza multisettoriale, Co.Di.Me. è già al fianco di aziende pubbliche e private, enti e istituzioni, garantendo qualità certificata e soluzioni su misura.

Affrontare il rischio radon nei luoghi di lavoro non è solo un obbligo normativo, ma un investimento nella salute delle persone.

Tutela la salute nei tuoi ambienti di lavoro: contatta Co.Di.Me. per una valutazione del rischio radon e un piano di intervento personalizzato. La sicurezza parte dalla consapevolezza.

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